k r i t i k e n   . .   m u s i k t h e a t e r

 

 

 

Wagner: Ring des Nibelungen, Staatsoper Berlin und Teatro alla Scala Milano: (Gesamtkritiken der zyklischen Aufführungen 2013):

Klassik.com:
Das Rheingold: Mit dem Auftritt Johannes Martin Kränzles als Alberich hat die Aufführung ihren Mittelpunkt. Kränzle ist ein Sängerdarsteller, der einen grandiosen Umgang mit dem Text demonstriert. Bei ihm gehen Diktion und Gesang eine untrennbare Verbindung ein, die zu großer Natürlichkeit führt. Kränzle scheut nicht davor zurück, da, wo es dem Ausdruck dient, die Stimme in Bereiche zu bringen, die einem charakteristischen Sprechen nahe sind, wie etwa am Ende seines Fluchs. Zugleich ist er fähig, Passagen mit großer Stimme zu entfalten, um dann wieder subtil, einem guten Liedinterpreten gleich, Textbedeutung in den Vordergrund zu bringen....

Siegfried: Erneut setzte Johannes Martin Kränzle mit den kleineren Auftritten als Alberich an diesen beiden Abenden Glanzpunkte mit seinem gestaltenden Gesang und der Präsenz seines Charakters.

Online Musik Magazin:
Die drei Hauptpartien machen das Hörerlebnis perfekt. Johannes Martin Kränzle verfügt über einen großartigen Bass-Bariton, mit dem er den Alberich als gefährlichen Nachtalben ausstattet, dem sein eigener Größenwahn zum Verhängnis wird.

OMM:
Johannes Martin Kränzle hat erneut einen großartigen Auftritt als Alberich.

Ronan Theatre Reviews:
Johannes Martin Kränzle was a terrific Alberich. …

Seen and Heard:
A rather wooden Wanderer from Terje Stensvold was shown up by Johannes Martin Kränzle’s vivid, detailed Alberich.

Wagneropera:
Johannes Martin Kränzle reprised his deeply powerful Alberich.

Operalively:
Alberich (in spite of his ridiculous makeup), was strongly portrayed and sung by Johannes Martin Kränzle

Opernglas:
Johannes Martin Kränzle gestaltete den Alberich an allen drei Abenden mit dramatischer Eindringlichkeit und der ganzen Kraft seines Wagner-erprobten Baritons.

Audio Classica, Spanien:
El Alberich de Johannes Martin Kränzle no fue menos impactante, maligno como exige la obra y mostrando una gran eficacia vocal y escénica.

Online Music Magazine:
Götterdämmerung: Der zweite Akt beginnt mit einem weiteren Höhepunkt. Verantwortlich dafür sind Petrenko und Johannes Martin Kränzle als Alberich. Stimmlich und darstellerisch faszinierend umgarnt Kränzle als Nachtalbe seinen schlafenden Sohn und flüstert ihm ein, seine Bestimmung nicht zu vergessen. Doch seine Macht über Hagen schwindet. Hagen kämpft nur für sich selbst. Das muss Alberich erkennen, wenn er sich mit den letzten Worten "Sei treu" zurückzieht.

Der neue Merker:
Rheingold: Johannes Martin Kränzle war ein wortdeutlicher intensiver Alberich mit geradezu boshaft dämonischen Auswüchsen.

Götterdämmerung: Johannes Martin Kränzle brachte als Alberich viel an Häme mit und variierte auch famos die mehrmals an seinen Sohn Hagen gestellte Frage, ob dieser schlafe.

GB Opera magazine:
Rheingold: Ma indiscusso protagonista dell’opera è certamente l’Alberich di Johannes Martin Kränzle, che sin dalla prima scena va riscaldandosi e animandosi, fino a raggiungere il massimo dell’espressività nella scena delle metamorfosi: le formule magiche sono recitate in piano/pianissimo, il fraseggio è misterioso, la recitazione perfetta (anche perché accompagnata da un funzionale gruppo di mimi che rappresenta, con mani tentacolari, il potere del nibelungo e la sua crudele onnipotenza; si tratta di un momento tra i più suggestivi e visivamente riusciti dell’intera saga). Oltre al direttore, è anche il regista a concentrarsi più su Alberich che su Wotan; del resto, non è inutile ricordare la pregnanza del titolo della Tetralogia: il movente primo dell’azione, l’antagonista, il fautore della maledizione che sterminerà tutti i possessori dell’anello, è sempre Alberich. Kränzle ha voce ferma e incisiva, senza alcun tratto caricaturale, neppure quando corteggia goffamente le tre figlie del Reno; per questo la tensione drammatica raggiunge il culmine quando egli pronuncia a piena voce la terrificante maledizione (Leitmotiv, di qui in poi, sino alla fine del ciclo).

Siegfried: Anche il duetto del II atto, insieme ad Alberich, è un bellissimo momento vocale, perché ritorna in scena il bravissimo Johannes Martin Kränzle: la virulenza di quest’ultimo e la signorilità di Stensvold si appaiano in maniera assai efficace.

Operaclick:
Rheingold: La direzione è attenta a caratterizzare quanto più possibile la differenza fra il loro gioco aggraziato e la goffaggine dell’antagonista Alberich, interpretato dallo straordinario Johannes Martin Kränzle, capace senza mai perdere precisione e bellezza nel suono di piegare la frase in una ricchezza di sfumature: dal desiderio alla frustrazione, dall’invidia alla macchinazione di vendetta, dal delirio di potere fino all’umiliazione. Ne risulta un personaggio psicologicamente a tutto tondo, distante anni luce dalle macchiette a cui troppo spesso viene ridotta quella che è invece una delle figure chiave del Ring. Comprendere che Alberich, costretto a compensare con l’ossessione dell’avere la sua impossibilità ad essere, è in fondo metafora dell'esperienza fondamentale di ogni uomo, anche del più nobile, è il primo passo per non fare di Wagner un mero favolista antisemita.

Siegfried: Certo non ha bisogno di conferme e altri elogi l’Alberich di Johannes Martin Kränzle, qui giunto addirittura al delirio di potere sfrenato (specialmente sulla frase “der Welt walte dann ich!”

Götterdämmerung: Johannes Martin Kränzle è tanto per cambiare uno dei migliori, pur apparendo per una scena soltanto. Bisogna dire che Wagner doveva avere un debole per questo personaggio dato che forza in tutti i modi il libretto pur di far comparire Alberich in scena almeno una volta, qui come in Siegfried, dandogli anche alcune battute molto belle e significative (che Kränzle non si lascia quasi mai sfuggire).

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